La figura del mugnaio

Il mestiere del mugnaio era tramandato di padre in figlio. Ognuno aveva i suoi segreti per la macinatura dei cereali. Una posizione ottimale garantiva un notevole guadagno ed era anche molto importante l’onesta e la bravura del mugnaio. Famiglie intere portavano a macinare il grano; pochi mulini erano provvisti di aburatto (o buratto), una specie di setaccio per separare la farina dalla crusca; in questo caso non c’era bisogno di setacciarla a casa prima di impastare il pane. Alcuni scontavano il prezzo che dovrebbero pagare al mugnaio per la macinatura, lasciandoli il "bozzolo" (una parte della farina) e pagando sempre lo "spolvero"(parte della farina che andava perduta nella lavorazione. Il lavoro del mugnaio nell’arco dell’anno cambiava: d’inverno lavorava molto, ma d’estate spesso era costretto ad interrompere il suo lavoro per mesi per mancanza di acqua. Quando il mugnaio si assentava per andare a riconsegnare col borraccio la farina ai contadini, la moglie prendeva il suo posto nel lavoro e nelle trattative con i clienti. Quando le moline giravano di continuo le donne facevano i turni insieme vicine. Per tutto l’800 e i primi del 900 fra i mugnaio e il proprietario della fattoria dove era localizzato il mulino esisteva un rapporto di mezzadria: ciascuno dei due prendeva metà della farina ottenuta dalla macinatura della granaglie.

Nel 1929 quando l’ufficio P.D.E raddoppio le tasse di macinatura, certi mulini devono ridurre il numero delle moline da 3 a 1 a causa degli scarsi guadagni, da quel momento il mulino idraulico cominciò a decadere e tra la prima e la seconda guerra mondiale nasce il mulino elettrico, che trasformò completamente il mestiere del mugnaio.